Oltre i paradigmi, contro la neutralità

Nella didattica oggi sembra presentarsi un terribile e irrisolvibile paradosso. Si è constatato che per l'insegnamento un approccio costruttivista ed uno istruzionista possono essere altrettanto efficaci in contesti e con professionalità docenti diverse. Wilson da alcuni anni afferma di essere stanco di diatribe dicotomiche epr poi trovare in botti diverse lo stesso vino. Lesh e Doerr sottolineano che difficilmente tutti i contenuti possono essere affrontato con un metodo di scoperta e che alcune conoscenze vanno comunicate e trasmesse tenendo conto del livello a cui è giunta la comunità scientifica.
Occorre innanzi tutto precisare che non si tratta di negare alcuni elementi fondanti del costruttivismo. Il ruolo primario del socio-costruttivismo è stato quello di focalizzare la modalità con cui l'apprendiemnto avviene. nella variante sociale inoltre ha evidenziato che la conoscenza è sempre sociale. Andrebbe connesso quanto detto con il ruolo connotativo del linguaggio. La comunicazione crea uno spazio cognitivo e la consocenza è anche condivisione in un ambiente comune. Un approccio enattivo richeide questa reciprocità tra la struttura dell'ambiente, della comunità e della consocenza.
Quello che salta è la derivazione meccanica dell'insegnamento dalla visione costruttivista dell'apprendimento.
Contemporaneamente un altro pericolo da evitare è confondere la flessibilità con un approccio eclettico. Ad esempio vi è da parte di molti pedagogisti americani di stampo oggettivista la critica al filosofismo.
La necessità di poter realizzare dispositivi con approcci differenti e contemporaneamnete non avere un ambiente adatto per differenti approcci in quanto neutrale può essere superato inserendo la possibilità di dispositivi non neutri differenti nell'ambiente. (vedere modello del triangolo)

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