Azione, conoscenza, contesto
(da Serge Agostinelli, 2008) E3C
Il sociale costituisce la fonte dello sviluppo concettuale dell’individuo perché è a un tempo il risultato dell’interazione individuo-cultura, e il processo stesso dell’interazione. Costituisce anche l’organizzazione dell’attività comune e l’appropriazione individuale. Qui il sociale si trova collegato all’attività. L’individuo non può appropriarsi delle situazioni e delle informazioni (oggetti e conoscenze) sottovalutando che è attivo. Questa appropriazione di elementi culturali, che appartiene al mondo, non è da una parte riducibile a oggetti materiali e dall’altra ha come unica prospettiva quella degli utilizzatori e degli utensili per un processo d’interiorizzazione destinato al controllo individuale del proprio pensiero.
L’attività è l’insieme degli avvenimenti dell’individuo in situazione. Questi avvenimenti, per essere qualificati dell’attività, devono essere signficativi per l’individuo ma anche per gli altri, ovvero raccontabili o commetabili. Questa attività che può essere quotidiana rivela una logica negoziata localmente all’interno di un gruppo costituito. […] Inoltre, considerando l’azione come un processo di auto-organizzazione, essa rivela principalmente il modo in cui un individuo utilizza le risorse materiali o immateriali dell’ambiente per compiere un’azione, ma anche delle circostanze materili e sociali. Queste circostanze devono ugualmente essere pertinenti al collettivo, alle interazioni, alle relazioni, intersoggettive nella condivisionedi una materializzazione dlele conoscenze (Lave, 1988). Vi è la volontà di emttere la cognizione nella realizzazione dell’azione. La conoscenza non è un elemento anterioe o preesistente, essa è nell’azione. Ovvero l’individuo analizzaa in contesto ciò che è acccaduto all’interno della situazione, l’interno stesso della realizzazione dell’azione.
Parallelamente, questo tipo di approccio punta fortemente l’attenzione sul contesto in cui sono situate la comunicazione della conoscenza e l’apprendiemnto. Il contesto permette di costruire senso (Suchman, 1987)nednè attraverso il contesto in cui è situata l’azione che si condizionano i modi di comprendere e di realizzare le attività umane. In uno specifico ambiente. Il problema è quello di sapere di quali natura siano tali conoscenze e di sapere come esse funzionano per orgaanzizzare l’attiivtà. Tale approccio detto situato permette di evidenzaire il concetto allargato di contesto che include gli oggetti e le macchine (Conein & Jacopin, 1994). L’azione situata si definisce allora un’organizzazione che emrge localmente dalla dinamica delle interazioni. Questa dinamica deriva da due processi: il primo richeide una comprensione mutua delle azioni dell’altro; il secondo richeide la percezione di indizi provenienti direttamente dall’ambiente. […] L’azione è dunque indissociabile dal contesto, dalle circostanze, dalla comprensione e comunicazione, dal sapere che implicano una condivisione di intenzioni e la comprensione di un’azione nelle interazioni con il contesto. Se l’azione può essere oggettivamente descritta, l’azione situata ci dice anche come l’individuo ricostruisce le modalità utilizzate per realizzare ciò che ha fatto.
Il sociale costituisce la fonte dello sviluppo concettuale dell’individuo perché è a un tempo il risultato dell’interazione individuo-cultura, e il processo stesso dell’interazione. Costituisce anche l’organizzazione dell’attività comune e l’appropriazione individuale. Qui il sociale si trova collegato all’attività. L’individuo non può appropriarsi delle situazioni e delle informazioni (oggetti e conoscenze) sottovalutando che è attivo. Questa appropriazione di elementi culturali, che appartiene al mondo, non è da una parte riducibile a oggetti materiali e dall’altra ha come unica prospettiva quella degli utilizzatori e degli utensili per un processo d’interiorizzazione destinato al controllo individuale del proprio pensiero.
L’attività è l’insieme degli avvenimenti dell’individuo in situazione. Questi avvenimenti, per essere qualificati dell’attività, devono essere signficativi per l’individuo ma anche per gli altri, ovvero raccontabili o commetabili. Questa attività che può essere quotidiana rivela una logica negoziata localmente all’interno di un gruppo costituito. […] Inoltre, considerando l’azione come un processo di auto-organizzazione, essa rivela principalmente il modo in cui un individuo utilizza le risorse materiali o immateriali dell’ambiente per compiere un’azione, ma anche delle circostanze materili e sociali. Queste circostanze devono ugualmente essere pertinenti al collettivo, alle interazioni, alle relazioni, intersoggettive nella condivisionedi una materializzazione dlele conoscenze (Lave, 1988). Vi è la volontà di emttere la cognizione nella realizzazione dell’azione. La conoscenza non è un elemento anterioe o preesistente, essa è nell’azione. Ovvero l’individuo analizzaa in contesto ciò che è acccaduto all’interno della situazione, l’interno stesso della realizzazione dell’azione.
Parallelamente, questo tipo di approccio punta fortemente l’attenzione sul contesto in cui sono situate la comunicazione della conoscenza e l’apprendiemnto. Il contesto permette di costruire senso (Suchman, 1987)nednè attraverso il contesto in cui è situata l’azione che si condizionano i modi di comprendere e di realizzare le attività umane. In uno specifico ambiente. Il problema è quello di sapere di quali natura siano tali conoscenze e di sapere come esse funzionano per orgaanzizzare l’attiivtà. Tale approccio detto situato permette di evidenzaire il concetto allargato di contesto che include gli oggetti e le macchine (Conein & Jacopin, 1994). L’azione situata si definisce allora un’organizzazione che emrge localmente dalla dinamica delle interazioni. Questa dinamica deriva da due processi: il primo richeide una comprensione mutua delle azioni dell’altro; il secondo richeide la percezione di indizi provenienti direttamente dall’ambiente. […] L’azione è dunque indissociabile dal contesto, dalle circostanze, dalla comprensione e comunicazione, dal sapere che implicano una condivisione di intenzioni e la comprensione di un’azione nelle interazioni con il contesto. Se l’azione può essere oggettivamente descritta, l’azione situata ci dice anche come l’individuo ricostruisce le modalità utilizzate per realizzare ciò che ha fatto.
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