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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Centrare la ricerca

Dopo il dibattito in cui siamo stati coinvolti a Parigi, due le mie conclusioni: 1) sicuramente occorre centrare la ricerca e approfondire alcune tematiche. 2) la nostra ricerca è su settori di confine e richiede anche l'integrazione di differenti prospettive. Non è solo eclettismo ma una necessità epistemica. Ma ritorno al primo punto: come centrare la ricerca? Vi è una questione che sta divenendo centrale in differenti nostre ricerche. Risponde alla seguente domanda: è possibile (e, poi, che metodo utilizzare per) analizzare differenti materiali che provengono da soggetti differenti, in tempi differenti e con tipologie di scrittura differenti? Rispondere a tale domanda è centrale per le seguenti nostre ricerche: analisi delle riflessione degli studenti nel master progettazione o comunque analisi delle scritture in un parcorso come un master di durata plurimensile, analisi dei portfoli, analisi dei materiali della ricerca sulla didattica universitaria. In tutte le ricerche precede

Maggio 2010, Parigi: incontro reseau open

Il dibattito avuto a Parigi con i colleghi francesi del reseau open è stato inetressante e proficuo. Innanzi tutto il metodo. Si è discusso dei materiali che ciascuno aveva inviato e che tutti avevano letto e hanno commentato con accuratezza quasi certosina. Connesso a questo la disponibilità alla critica e alla ricerca in gruppo. Da leggere tra i materiali discussi l'articolo di Philippe Chaussecourte sulla osservazione. Ma è interessante riportare le critiche e l'analisi all'articolo di Patrizia. La prima questione che li ha molto interessati è il riferimento alla Cifali per supportare l'analisi delle scritture come base della ricerca. La domanda è come si integra l'approccio della Cifali (psicoanalitico) con gli altri riferimenti. Ugualmente vengono richieste informazioni sia dalla Vinatier sia dalla Blanchard sugli autori citati di ambito anglosassone. Il dubbio è di riferimenti tra loro non coerenti o meglio, come la stessa Blanchard ha sottolineato, il dubbio

epistemologia

Che oggi molte delle nuove ricerche si sviluppino nei territori di frontiera è risaputo. Ecco l'ecologia, lo studio dei sistemi dinamici, i sistemi complessi, la formazione. E' anche risaputo che in tali territori si opera utilizzando differenti discipline, ciascuna con una propria epistemologia. L'epistemologia è fondata su un tema di ricerca, su un metodo, su alcuni assiomi. Come è possibile nei territori di frontiera che differenti discipline dialoghino, costruiscano insieme, operino insieme, partendo da differenti epistemologie? Due strade possibili. La prima è che ci siano differenti prospettive che trovano spazi di coerenza e collaborino in quanto le riunisce un'azione, un evento, uno spazio-tempo comune che porta a far convergere diversi approcci. La seconda è che in realtà ci si stia muovendo in una nuova epistemologia, una epistemologia della complessità, la cui ragione di essere, il suo campo di ricerca è proprio l'analisi di sistemi in cui convergono diff

barbari ovvero senza memoria

A che tempo che fa Eugenio Scalfari, intervistato da Fazio, afferma che la diversità tra ieri e oggi è che le nuove generazione non contestano le vecchie conoscendone la cultura, ma ignorandone la cultura. E' la prima volta, afferma Scalfari, che una generazione si comporta in questo modo rispetto alla precedente. Da qui il termine barbari, come direbbe Baricco. Ignorando la cultura precedente, se ne crea una nuova su basi completamente differenti.

La tecnologia non è un optional

Spesso si parla di tecnologia come di un optional. Ovvero ci sono le cose importanti, le ontologie, le essenze, le filosofie di vita e poi per realizzare ci sono dei supporti. A livello educativo c'è la pedagogia, la psicologia e la didattica e poi insegnamento e apprendimento; infine in essi a volte si usano anche le tecnologie. Alcuni sostengono che occorre comprendere se a scuola l'apprendimento migliora se si usano anche i computer; come se la scelta fosse se usarli o meno e non come fanno aprte della nostra vita e della nostra didattica. Come se ci si cheidesse se è meglio studiare con i libri o senza. Ecco. E' questo che non mi convince. Oggi la tecnologia non è un optional, ma fa parte della epistemologia dle reale, è essenza essa stessa della cultura che ci circonda, del mondo in cui viviamo. Non è comprensibile il nostro mondo se non si comprende che il mondo stesso è tecnologico. Alcuni correttamente parlano di cognizione distribuita, ovvero del fatto che la cono