La tecnologia non è un optional

Spesso si parla di tecnologia come di un optional. Ovvero ci sono le cose importanti, le ontologie, le essenze, le filosofie di vita e poi per realizzare ci sono dei supporti. A livello educativo c'è la pedagogia, la psicologia e la didattica e poi insegnamento e apprendimento; infine in essi a volte si usano anche le tecnologie.
Alcuni sostengono che occorre comprendere se a scuola l'apprendimento migliora se si usano anche i computer; come se la scelta fosse se usarli o meno e non come fanno aprte della nostra vita e della nostra didattica. Come se ci si cheidesse se è meglio studiare con i libri o senza.
Ecco. E' questo che non mi convince. Oggi la tecnologia non è un optional, ma fa parte della epistemologia dle reale, è essenza essa stessa della cultura che ci circonda, del mondo in cui viviamo. Non è comprensibile il nostro mondo se non si comprende che il mondo stesso è tecnologico.
Alcuni correttamente parlano di cognizione distribuita, ovvero del fatto che la conoscenza non si sviluppa solo nella nostra mente, ma anche in tool che ci circondano. La nostra mente e le applicazioni formano una rete che conosce. Anche l'apprendimento non solo è sociale ma anche distribuito e avviene grazie alle interazioni sociali ma anche con e attraverso i media e gli strumenti cognitivi che ci circondano. Ecco allora che le tecnologie non sono gli strumenti che ci permettono di realizzare quanto pensato o predisposto ma sono parte integrante dei procressi dio consocenza, dei procressi di insegnamento e apprendimeno. Senza tecnologie i processi sarebbero altri, nè migliori, nè peggiori: altri. La reticolarità, la pluriprospettiicità, la riflessività e gli attraversamenti che caratterizzano la nostra cultura esistono perchè le tecnologie hanno pervaso il mondo che ci circonda e lo hanno pervaso in quanto sono parte della cultura stessa che abbiamo costruitoi.

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