Maggio 2010, Parigi: incontro reseau open

Il dibattito avuto a Parigi con i colleghi francesi del reseau open è stato inetressante e proficuo.
Innanzi tutto il metodo. Si è discusso dei materiali che ciascuno aveva inviato e che tutti avevano letto e hanno commentato con accuratezza quasi certosina.
Connesso a questo la disponibilità alla critica e alla ricerca in gruppo.
Da leggere tra i materiali discussi l'articolo di Philippe Chaussecourte sulla osservazione.
Ma è interessante riportare le critiche e l'analisi all'articolo di Patrizia.
La prima questione che li ha molto interessati è il riferimento alla Cifali per supportare l'analisi delle scritture come base della ricerca. La domanda è come si integra l'approccio della Cifali (psicoanalitico) con gli altri riferimenti.
Ugualmente vengono richieste informazioni sia dalla Vinatier sia dalla Blanchard sugli autori citati di ambito anglosassone. Il dubbio è di riferimenti tra loro non coerenti o meglio, come la stessa Blanchard ha sottolineato, il dubbio è come porsi tra due eccessi: riferiemnti a molti autori tra loro dissonanti con il rischio di legami forzati, riferiemnti ad un solo gruttpo di autori che appartengono alla stessa impostazione e sono tra loro coerenti.
Chiaramente il problema discusso riguarda l'impostazione stessa della ricerca e dell'habitus del ricercatore.
Un dubbio su cui ancora stiamo, sto riflettendo e che si connette al prossimo post "Centrare la ricerca".
Tra gli altri temi emersi durante il dibattito, uno in particolare ha attraversato molti alrticoli: la relazione tra ricerca e formazione, tema questo che non sembra ancora trovare una corretta impostazione teorica e ancora quindi tema aperto in tutto il reseau.

Commenti

  1. Lascio proprio solo un commento, nel senso che lascio qui le tracce della riflessione veloce suscitata dal post di PGR.
    Per quanto riguarda la questione dell'analisi delle scritture credo questo. Procedo con la falce e sicuramente semplifico troppo e banalizzo, addirittura forse commetto qualche errore, ma spero che serva anche a me per capire meglio.
    E' possibile distinguere a grandi linee due approcci di ricerca.

    Il primo potremmo chiamarlo linguistica testuale. Grazie a Chomsky, agli studi sulla grammatica generativa, che hanno fatto sviluppare forme di riflessione di tipo descrittivo e non prescrittivo sulla lingua parlata e scritta, è stato possibile sviluppare metodologie di vario tipo che puntino all'analisi della coesione e della coerenza nei testi:
    la linguistica computazionale tiene conto soprattutto di questo tipo di approccio teorico;
    gli sviluppi legati alla ricerca nell'ambito dell'educazione linguistica si sono innestati soprattutto su questo tipo di studi, anche se in essi ha avuto un ruolo importante anche la linguistica pragmatica.

    Il secondo potrebbe essere nominato linguistica pragmatica. Si può fondare filosoficamente sulla teoria degli atti linguistici (Austin e Pearle), con consistenti sviluppi successivi (Lyotard per esempio, ma anche Habermas). Ma può trovare la sua fondazione anche in campo psicologico (Watzlawick); qui gli studi teorici sono davvero tantissimi; voglio solo citare due sviluppi molto diversi di questo tipo di studi:
    l'analisi conversazionale ampiamente adottata per la lettura dei forum; questo approccio in Italia è stato usato moltissimo anche dal gruppo della Pontecorvo, per esempio per analizzare le discussioni fra i bambini appositamente trascritte;
    l'analisi della scrittura come “pratica terapeutica”, che in Italia è ampiamente praticata da Demetrio, e che più in generale punta all'uso della scrittura come mezzo di costruzione della propria identità individuale e collettiva.

    Io non conosco bene l'approccio della Cifali (so di lei solo a partire dalla pagine scritte da Patrizia) e mi pare che la matrice psicanalitica conduca a pensare ad un approccio di tipo pragmatico che cerca nella scrittura le tracce di una storia, per esempio professionale (vedi costruzione di un teacher portfolio).
    Credo, come anticipato già da PGR, che per scegliere il metodo di analisi sia fondamentale centrare la ricerca.
    Se lo scopo della ricerca è quello di analizzare le tipologie di apprendimento, allora la linguistica testuale e con essa i software che agevolano l'analisi computazionale possono darci un gran contributo.
    Se lo scopo è quello di analizzare la percezione relativa al proprio apprendimento anche in vista dell'agire conseguente a questo apprendimento (cioè lo sviluppo della professione docente), allora la linguistica pragmatica può senz'altro darci un contributo importante.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le cinque tipologie di apprendimento

Indice - Progettazione come azione simulata

I mediatori tra soggetto e oggetto culturale