Evento e co-emergenza
Quando insegnavo ad Udine avevo richiesto agli studenti di osservare nei tirocini di Formazione Primaria (nelle classi) quali eventi avvenissero e come si comportassero gli insegnanti. Per eventi si intende tutto quello che di imprevisto accade, tutto quello che il docente non aveva pensato potesse accadere quando ha progettato il percorso. Sono eventi, ad esempio, le affermazioni o le domande degli studenti non pensate dal docente e che richiedono di esaminare da un'altra prospettiva la proposta didattica, una qualche avvenimento che stravolge il fluire delle lezioni, un evento atmosferico o altro ancora. Tutto ciò può modificare il precedente punto di vista del docente. Questo può fare finta di nulla, dare risposte poco significative pur di dare risposte, attivare un processo di riorientamento della lezione o del percorso futuro. Tipo: "Domanda interessante. Domani la riprendiamo e approfondiamo".
Oggi a 10 anni di distanza ripropongo da altra prospettiva la questione. Parlo di co-emergenza, ovvero di situazioni didattiche in cui vi è una co-emergenza di saperi tra studenti e docenti, dove, per lo spiazzamento reciproco, apprendono sia docenti, sia studenti. Non apprendono le stesse cose, ma apprendono. Ma il succo è lo stesso. Spesso si parla di come il docente deve mettere in crisi lo studente per attivare percorsi di apprendimento. Nella didattica per concetti (Damiano), ad esempio, si parla di esperienze critiche. Ora occorre parlare anche di come lo studente e l'evento mettono in crisi il docente, crisi come stimolo a riflettere sui propri saperi, utile a riordinare i saperi stessi. L'evento sottolinea quel passaggio su cui non si era mia riflettuto abbastanza, spesso dato per scontato, su quel significato altro che quella definizione, quella legge, quella conoscenza possono avere. L'insegnante apprende su testi, ma anche durante le proprie esperienze didattiche in rapporto al pensiero altro, al secondo pensiero, quello del contesto e degli studenti, con cui si confronta continuamente. E diviene interessante come l'insegnante recepisce l'evento e rielabora la propria conoscenza.
Seguendo la didattica enattiva parlerei di sincronia e diacronia nelle situazioni didattiche. Diacroniche sono tutte quelle attività in cui il docente dice e lo studente esegue. La diacronia non permette co-emergenza in quanto il fare del docente è precedente all'evento e al dire del docente ed è dettato soprattutto dal suo sapere e dalle sue scelte. La sincronia si presenta quando il fare e l'azione si presentano contemporanei e dialogici, quando si ha un dibattito serrato in cui il prima e il dopo hanno poco senso e in cui le interazioni prevalgono sulla linearità del flusso previsto. Nelle situazioni sincroniche si ha spesso co-emergenza in azione, ovvero si ha che apprendono sia studenti sia docenti anche se cose diverse. O spesso significati diversi delle stesse concettualizzazioni.
La co-emergenza è resa possibile dall'accoppiamento strutturale tra insegnati e studenti, ovvero tra insegnamento e apprendimento.
Sincronia e diacronia sono due modalità necessarie entrambe e presenti nella pratica di qualsiasi classe.
Cosa ricercare a questo punto? Quali domande porsi?
Esistono momenti di sincronia? Come si manifesta la co-emergenza? Quale modalità hanno i docenti per rispondere all'evento?
Oggi a 10 anni di distanza ripropongo da altra prospettiva la questione. Parlo di co-emergenza, ovvero di situazioni didattiche in cui vi è una co-emergenza di saperi tra studenti e docenti, dove, per lo spiazzamento reciproco, apprendono sia docenti, sia studenti. Non apprendono le stesse cose, ma apprendono. Ma il succo è lo stesso. Spesso si parla di come il docente deve mettere in crisi lo studente per attivare percorsi di apprendimento. Nella didattica per concetti (Damiano), ad esempio, si parla di esperienze critiche. Ora occorre parlare anche di come lo studente e l'evento mettono in crisi il docente, crisi come stimolo a riflettere sui propri saperi, utile a riordinare i saperi stessi. L'evento sottolinea quel passaggio su cui non si era mia riflettuto abbastanza, spesso dato per scontato, su quel significato altro che quella definizione, quella legge, quella conoscenza possono avere. L'insegnante apprende su testi, ma anche durante le proprie esperienze didattiche in rapporto al pensiero altro, al secondo pensiero, quello del contesto e degli studenti, con cui si confronta continuamente. E diviene interessante come l'insegnante recepisce l'evento e rielabora la propria conoscenza.
Seguendo la didattica enattiva parlerei di sincronia e diacronia nelle situazioni didattiche. Diacroniche sono tutte quelle attività in cui il docente dice e lo studente esegue. La diacronia non permette co-emergenza in quanto il fare del docente è precedente all'evento e al dire del docente ed è dettato soprattutto dal suo sapere e dalle sue scelte. La sincronia si presenta quando il fare e l'azione si presentano contemporanei e dialogici, quando si ha un dibattito serrato in cui il prima e il dopo hanno poco senso e in cui le interazioni prevalgono sulla linearità del flusso previsto. Nelle situazioni sincroniche si ha spesso co-emergenza in azione, ovvero si ha che apprendono sia studenti sia docenti anche se cose diverse. O spesso significati diversi delle stesse concettualizzazioni.
La co-emergenza è resa possibile dall'accoppiamento strutturale tra insegnati e studenti, ovvero tra insegnamento e apprendimento.
Sincronia e diacronia sono due modalità necessarie entrambe e presenti nella pratica di qualsiasi classe.
Cosa ricercare a questo punto? Quali domande porsi?
Esistono momenti di sincronia? Come si manifesta la co-emergenza? Quale modalità hanno i docenti per rispondere all'evento?
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