Neorealismo e didattica
Il dibattito avviato da Ferraris l'8 agosto su Repubblica ha attraversato anche con scontri "sanguinosi" (fortunenatamente solo sul piano filosofico) l'autunno e si avvia a trovare uno spazio di confronto a Bonn nei prossimi giorni in un convegno organizzato da Ferraris stesso.
Nel Blog di Vattimo poi (uno dei contendenti e strenuo antagonista all'ipotesi neo-realista) è possibile trovare link a vari articoli (http://giannivattimo.blogspot.com/2011/09/pensiero-debole-o-nuovo-realismo-mini.html).
Una domanda qui mi interessa porre: che relazione esiste tra il dibattito su neorealismo e post-modernismo e la didattica?
Sicuramente una delle facce dell'approccio ermeneutico e del postmodernismo è il costruttivismo.
Già dagli inizia del nuovo millennio sono stati pubblicati testi e articoli che hanno proposto vie post-costruttiviste non tanto e non sempre opposte alla corrente precedente, ma tali da favorirne un superamento che ne recepisca alcuni aspetti (il ruolo del soggetto nell'apprendimento), ma ne evidenzi i limiti. Da Begg (2000) riprendo tali limiti (e credo che una connessione con l'ipotesi neorealista sia immediata):
Nel Blog di Vattimo poi (uno dei contendenti e strenuo antagonista all'ipotesi neo-realista) è possibile trovare link a vari articoli (http://giannivattimo.blogspot.com/2011/09/pensiero-debole-o-nuovo-realismo-mini.html).
Una domanda qui mi interessa porre: che relazione esiste tra il dibattito su neorealismo e post-modernismo e la didattica?
Sicuramente una delle facce dell'approccio ermeneutico e del postmodernismo è il costruttivismo.
Già dagli inizia del nuovo millennio sono stati pubblicati testi e articoli che hanno proposto vie post-costruttiviste non tanto e non sempre opposte alla corrente precedente, ma tali da favorirne un superamento che ne recepisca alcuni aspetti (il ruolo del soggetto nell'apprendimento), ma ne evidenzi i limiti. Da Begg (2000) riprendo tali limiti (e credo che una connessione con l'ipotesi neorealista sia immediata):
– l’impossibilità di evitare risultati indesiderabili nella costruzione di conoscenza;
– l’influenza della cultura dominante nel settore dell’istruzione e sulla struttura della conoscenza;
– la sottovalutazione dell’accoppiamento strutturale tra insegnanti e studenti;
– l’interesse per l’aspetto cognitivo della conoscenza e la sottovalutazione del ruolo del corpo;
– l’assenza di collegamenti espliciti tra il costruttivismo e le teorie dell’apprendimento proposte dalle scienze cognitive e dalla biologia neuronale (Begg, 2000, p. 2).
Dal manifesto del neorealismo di Ferraris riprendo due frasi: "un reale che sta fuori degli schemi concettuali" e una realtà in cui "a un certo punto c’è qualcosa che ci resiste". Tali affermazioni possono essere viste anche come descrittive dell'azione didattica? Nella interazione insegnamento-apprendimento emerge l'evento che sembra avere una sua autonomia dagli schemi concettuali proposti inizialmente dal docente. Non è immediatamente interpretabile in base al progetto dell'insegnante, né solo come costruzione dello studente, come sua produzione mentale. L'azione diviene uno spazio tempo auto-poietico parzialmente indipendente dalle singole soggettività, frutto della interazione delle stesse e dei due processi che in essa si intrecciano, apprendimento e insegnamento (Come approfondito in "Didattica enattiva" Franco Angeli). Questa autonomia dell'azione, questo reale che è fuori dagli schemi concettuali va sicuramente compreso anche perché dalla comprensione dell'azione può emergere la comprensione dei processi che in essa si dipanano.
E' possibile una lettura del neorealismo in didattica focalizzandosi sull'azione e sulla sua capacità di essere autonoma e capace di avere una consistenza e produrre conoscenza? L'analisi delle interazione in classe sembra a volte evidenziare la co-emergenza di un mondo che non deriva dalla volontà e dalla progettazione a monte del docente o dalla costruzione autonoma dello studente. Co-emerge nell'azione stessa, nella dialettica tra i vari attori e nel rapporto dinamico che hanno con il mondo.
E ciò si connette alla continuità mente-corpo-artefatto-mondo che è alla base dell'enattivismo. Se con le neuroscienze la mente è riconnessa la mondo e al reale, la continuità mente-mondo, da leggere nei due sensi, propone un nuovo realismo che a differenza dei precedenti non vede più l'osservatore esterno e estraneo all'ambiente stesso.
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