Contro il computazionalismo

(Appunti di lettura:  Luisa Damiano, Unità in dialogo, Mondadori, 2009)
Uno dei temi maggiormente trattati nel testo è la critica al computazionalismo.
Per computazionalismo l'autrice intende il modello per cui le informazioni arrivano al cervello, il cervello le elabora e invia comandi esecutivi all'apparato motorio.
Tale modello non descrive la modalità con cui i sistemi viventi operano e conoscono. Per essi la tripartizione percezione, elaborazione, esecuzione non esiste in quanto i processi di azione sono contemporanei a quelli di conoscenza o meglio se la conoscenza si reifica nella simulazione, l'azione diviene lo spazio-tempo in cui i soggetti interagiscono tra loro e con l'ambiente e durante tale processo costruiscono il mondo, ovvero lo conoscono.
Il modello computazionalista ha avuto successo negli anni 70 e 80 del secolo scorso quando sembrava che il computer potesse essere un modello per il funzionamento della mente umana. Il superamento di tale modello deriva anche dalla impossibilità di poter prevedere l'apprendimento quando le procedure esecutive sono date a priori, sono algoritmi che il sistema possiede e sono separati dai dati. Il processo enattivo vede invece dati e algoritmi fortemente connessi a interagenti; gli uni possono modificare gli altri.
Vi è anche un ulteriore elemento contro l'ipotesi computazionalista. Il computazionalismo prevede che l'info possa arrivare al sistema di elaborazione e possa essere analizzato. I sistemi dell'approccio vareliano sono chiusi e il mondo esterno causa situazioni di disequilibrio che richiedono al sistema di rispendere elaborando una strategia. La strategia mette in discussione la struttura stessa (non l'organizzazione) che può cambiare per  affrontare l'evento.

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