Embodied mind, neuroni specchio e simulazione

(Appunti di lettura:  Luisa Damiano, Unità in dialogo, Mondadori, 2009)
La mente incorporata è al centro della teorizzazione di Varela. LD dopo aver approfondito la visione di Varela coglie i collegamenti con la produzione teorica di Gallese. Questa sintesi è uno dei contributi del testo e permette un'interpretazione non cognitivista di alcuni contributi delle neuroscienze.
L'embodied mind sottolinea come la conoscenza non sia un processo cerebrale, ma un processo che richiede la partecipazione di cervello, corpo e ambiente, così come propone l'enattivismo. L'ambiente non è una riserva di informazioni per il sistema; l'unità cognitiva effettiva è l'unità organismo-ambiente. La mente abita uno spazio esterno-interno e si esplica nell'azione. L'azione ha un ruolo centrale in quanto è in essa che soggetto, soggetti e ambiente interagiscono e in tal modo producono processi ad un tempo di conoscenza e di costruzione del mondo.
"Percepire l'oggetto è identificare una specifica possibilità interattiva con il paesaggio ambientale mediante l'avvio di una rappresentazione. Rappresentare l'oggetto è simulare questa interazione, attivando off line lo schema d'azione correlato e prevedendo la conseguenza della sua esecuzione rispetto alla stabilità del sistema. È un'attività di produzione e associazione di significati operazionali endogeni che, svolgendosi nella fase della percezione, esercita la funzione di conferire alle dimensioni ambientali percepite forma oggettuali definite. Il ruolo svolto dalla rappresentazione che gallese appoggia sulla simulazione incarnata è sostanzialmente questo: costruire sullo sfondo ambientale uno  scenario articolato significante per le interazioni ricorrenti dell'agente" (237).
Anche processi che il senso comune reputa di percezione del reale (ad esempio l'osservazione o l'ascolto) sono in realtà azioni che coinvolgono l'intero corpo. Come faccio a vedere senza muovere corpo e testa, senza operare delle scelte?
Gallese, in base alle evidenze emerse nello studio dei neuroni specchio, si oppone alla dicotomia anatomica e funzionale tra percezione e azione. Lo schema neurale della risposta motoria è già specificato nella fase di percezione di un soggetto.
"L'aspetto funzionale più interessante dei neuroni specchio risiede nel fatto che in essi la multimodalità non si risolve nella condivisione intra-individuale delle medesime strutture neurali per differenti modalità di definizione dell'azione ( motorio, visivo, uditivo). La specificità del carattere multimodale di questi neuroni è che genera la possibilità di una condivisione interindividuale di Patterns neurali correlati all'azione. Il fatto che i mirror neuroni non discriminino tra modalità motorie e modalità sensorie di specificazione di un'azione attribuisce ad essi una proprietà funzionale singolare. ne fa luoghi d'espressione di schemi motori i quali possono supportare sia l'attività di un soggetto che compie l'azione, sia quella di un soggetto che vi assiste. Ciò che i mirror neuros realizzano neuronalmente sono schemi d'azione neutri rispetto al ruolo svolto dal soggetto nel movimento specificato" (224).
I neuroni specchio connettono la percezione di un'azione alla sua esecuzione. Essi si attivano non solo quando un soggetto compie un'azione, ma anche quando vede un altro compierla. Questa evenienza rende indifferenti l'io e l'altro e produce il noi alla base della conoscenza. Conoscere l'altro non è più un uscire dalle proprie frontiere.
Pertanto conoscenza e produzione sono due facce della stessa medaglia.
"Le proprietà funzionali che il gruppo di Parma ha individuato nei canonical neurons aprono un significativo spazio di plausibilità della nozione chiave dell'espressione Vareliana del costruttivismo radicale. Forniscono una base empirica non sono all'idea della percezione come prontezza d'azione o alla nozione più generale di cognizione come azione percettivamente guidata nell'ambiente. Danno sostegno al concetto stesso di enazione come azione incorporata che pone innanzi un mondo. I canonical neurons legittimano l'enfasi sul ruolo decisivo svolto dall'anticipazione soggettiva nella definizione dell'oggetto percettivo" 222.
Una conseguenza della relazione tra percezione e azione è il ruolo centrale della simulazione che sostituisce la rappresentazione.
Rappresentare l'oggetto è simulare questa interazione, attivando off line lo schema d'azione correlato e prevedendo la conseguenza della sua esecuzione rispetto alla stabilità del sistema.
La simulazione permette di ricreare l'azione anche come modello di conoscenza e anticipazione. Nella simulazione vengono coinvolti sia il sistema sensorio, sia quello motorio e l'altro è compreso grazie alle attività interattive che si mettono in atto nella relazione. Un oggetto è compreso grazie alla simulazione del suo uso, un concetto grazie alle azioni da esso implicate, l'altro dalle relazione che intrattengo con lui. 
Il concetto di simulazione è al centro dell'elaborazione di altri autori: si vedano Vergneau e Bourdieu sulla professionalizzazione e Gero sul design.

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