Fili connessi
Vi sono nel panorama della ricerca attuale e in vari settori una serie di fili che si intrecciano in una tessitura connessa anche se presenta prospettive e interpretazioni diverse.
I fili possono essere così descritti:
1. La ricerca sull'enattivismo che prende il via dalle ricerca di Varela, in particolare dal Varela di Embodied mind.
2. La teoria della complessità dopo Prigogine e Morin, ripresa da Berthoz in Semplessità.
3. Le ricerche delle neuroscienze del gruppo di Parma e la scoperta dei neuroni specchio. Con un'attenzione più costruttivista che cognitivista.
4. In parte il nuovo interesse per l'esternalismo e il neorealismo.
5. L'interesse in campo didattico per la professionalità.
Gli elementi chiave, i nodi in cui tali fili si intrecciano sono:
1. il superamento del dualismo cartesiano tra res extensa e res cogitans.
2. connesso con il primo punto, una visione olistica della persona e un ruolo significativo del corpo nella conoscenza che deriva anche
3. dal ruolo centrale dell'azione nella conoscenza. Ovvero superando la visione computazionalista della conoscenza per cui arrivano informazioni che la mente elabora per produrre decisioni operative, ovvero comandi che invia al corpo, la conoscenza è interna all'azione e si sviluppa nella continua interazione tra cervello-corpo-artefatto-ambiente in cui mentre si costruisce/modifica il reale si conosce lo stesso.
4. il ruolo dei neuroni specchio in questo percorso e della simulazione, elemento questo ultimo che costruisce il ponte con le ricerche della didattica professionale.
5. la centralità dell'azione produce anche una nuova relazione tra soggettivo e oggettivo. Il mondo si costruisce nell'azione (aspetto costruttivista) in un'interazione continua tra soggetto e ambiente e l'attrito del reale (Ferraris) o la pressione del reale ai suoi margini (Damiano L.) costituisce il limite e produce pertinenza euristica (aspetto realista).
6. Dunque il superamento della visione classica dell'osservatore che guarda la natura dall'esterno e costruisce le leggi e le rappresentazioni della stessa. L'osservatore è immerso nel sistema, è parte di esso, non può essere un osservatore esterno. Mentre conosce agisce o meglio agisce e intanto conosce, trasforma ma è trasformato. L'ambiente complesso risponde in modo attivo all'intervento dell'osservatore.
7. Da un uomo piccolo che guardava l'immensità del cielo e ne scopriva le regolarità, ad un uomo apparentemente grande che trasforma (eufemismo) il mondo come se fosse infinito. Ma l'ambiente apprende e dialoga con gli interventi.
Il mondo è finito e richiede un nuovo equilibrio e una nuova alleanza, non solo nella conoscenza, ma anche nella pratica quotidiana, nell'azione.
I fili possono essere così descritti:
1. La ricerca sull'enattivismo che prende il via dalle ricerca di Varela, in particolare dal Varela di Embodied mind.
2. La teoria della complessità dopo Prigogine e Morin, ripresa da Berthoz in Semplessità.
3. Le ricerche delle neuroscienze del gruppo di Parma e la scoperta dei neuroni specchio. Con un'attenzione più costruttivista che cognitivista.
4. In parte il nuovo interesse per l'esternalismo e il neorealismo.
5. L'interesse in campo didattico per la professionalità.
Gli elementi chiave, i nodi in cui tali fili si intrecciano sono:
1. il superamento del dualismo cartesiano tra res extensa e res cogitans.
2. connesso con il primo punto, una visione olistica della persona e un ruolo significativo del corpo nella conoscenza che deriva anche
3. dal ruolo centrale dell'azione nella conoscenza. Ovvero superando la visione computazionalista della conoscenza per cui arrivano informazioni che la mente elabora per produrre decisioni operative, ovvero comandi che invia al corpo, la conoscenza è interna all'azione e si sviluppa nella continua interazione tra cervello-corpo-artefatto-ambiente in cui mentre si costruisce/modifica il reale si conosce lo stesso.
4. il ruolo dei neuroni specchio in questo percorso e della simulazione, elemento questo ultimo che costruisce il ponte con le ricerche della didattica professionale.
5. la centralità dell'azione produce anche una nuova relazione tra soggettivo e oggettivo. Il mondo si costruisce nell'azione (aspetto costruttivista) in un'interazione continua tra soggetto e ambiente e l'attrito del reale (Ferraris) o la pressione del reale ai suoi margini (Damiano L.) costituisce il limite e produce pertinenza euristica (aspetto realista).
6. Dunque il superamento della visione classica dell'osservatore che guarda la natura dall'esterno e costruisce le leggi e le rappresentazioni della stessa. L'osservatore è immerso nel sistema, è parte di esso, non può essere un osservatore esterno. Mentre conosce agisce o meglio agisce e intanto conosce, trasforma ma è trasformato. L'ambiente complesso risponde in modo attivo all'intervento dell'osservatore.
7. Da un uomo piccolo che guardava l'immensità del cielo e ne scopriva le regolarità, ad un uomo apparentemente grande che trasforma (eufemismo) il mondo come se fosse infinito. Ma l'ambiente apprende e dialoga con gli interventi.
Il mondo è finito e richiede un nuovo equilibrio e una nuova alleanza, non solo nella conoscenza, ma anche nella pratica quotidiana, nell'azione.
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