Oggettivismo e soggettivismo

(Appunti di lettura:  Luisa Damiano, Unità in dialogo, Mondadori, 2009)
La recente controversia sul neo-realismo ha riaperto l'eterno dibattito tra oggettivismo e soggettivismo, materialismo e idealismo.
Ferraris ha evidenziato come il relativismo post-moderno sia alla base del mondo berlusconiano e come il costruttivismo radicale non riesca a spiegare i fenomeni connessi alla conoscenza. Contemporaneamente sono emersi anche altri autori che hanno riproposto posizioni esternaliste (vedi post Fili connessi e Ancora sul post-costruttivismo).
Luisa Damiano avanza una diversa posizione: riprende Varela il quale già nel '79 riteneva che "il successore dell’oggettivismo non è il soggettivismo, ma la partecipazione" e abbozza un'ipotesi di lavoro che dovrebbe superare sia l'oggettivismo, sia il soggettivismo: la pertinenza euristica.
In realtà entrambi i modelli partono da un'identica visione della conoscenza che potremmo definire per analogia: la consocenza è la rappresentazione mentale di un mondo che per il realista è il mondo esterno, per l'idealista è un mondo presente solo nella mente del soggetto e per il costruttivista radicale è un mondo che esiste solo nel soggetto anche se nasce in base all'esperienza.
Ma se grazie ai neuroni specchio e all'embodiment mind è possibile attivare processi che sono ad un tempo motori e sensori, se l'azione diviene il centro della interazione, se la conoscenza non è un processo per analogia, ma è più simile alla simulazione, saltano le due epistemologie, in apparenza diametralmente opposte.
Saltano perché l'azione è una costruzione di mondo e quindi dipende dai soggetti e quindi non è oggettiva. Contemporaneamente avviene in uno spazio oggettivo, l'azione e l'interazione appunto, e produce processi in cui sono coinvolti differenti attori che dialogano. Salta il processo di conoscenza classico, ovvero un processo che è frutto del solo cervello ponendo alla filosofia il problema di come possa poi avvenire la comunicazione con l'esterno. Se invece la conoscenza è azione o meglio se l'azione è conoscenza ("La conoscenza come azione compiuta da un vivente nel proprio dominio di esistenza"), nell'interazione in cui l'io e l'altro sono inizialmente identificati da un noi (l'azione rappresentata e agita si sovrappongono), il modello che emerge è ontologicamente ed epistemologicamente nello spazio tempo condiviso in cui avvengono la comunicazione, la costruzione e la rappresentazione.
"Viene elaborata da linee di indagine che rifiutano sia la concezione della conoscenza scientifica come costruzione soggettiva arbitraria, sia l'idea di una scienza in grado di fornire una ricostruzione teorica fedele della struttura profonda della realtà. Nella prospettiva di questi indirizzi di ricerca il rilevamento dell'uomo costruttivo delle categorie scientifiche ha destituito di ogni funzione normativa il principio classico che impone la corrispondenza tra la rappresentazione scientifica e il reale, ma non ha implicato la rinuncia all'attribuzione di un valore oggettivo alle descrizioni scientifiche.
Ha innescato un'operazione di ridefinizione dell'ideale classico dell'oggettività che sta conducendo a una nuova nozione di validità oggettiva: la pertinenza euristica. È un tipo di approccio in cui l'impossibilità di un accesso immediato al reale non conduce alle tesi estreme della radicale inattingibilità della natura e della sua perfetta riproducibilità, indiretta ma esaustiva.  Il punto concettuale intorno a cui si articola una posizione epistemologica intermedia è l'idea che la realtà in quanto tale-la realtà a cui si riferiva la tradizione moderna-svolge un'azione determinante nel processo scientifico di conoscenze non perché sia manifesta all'interno del dominio di validità degli schemi descrittivi della scienza ma perché preme ai suoi margini. Il fatto che il campo di applicabilità dei modelli scientifici sia delimitato dalla resistenza esercitata dal reale al loro utilizzo implica che la realtà fornisce un giudizio sulla pertinenza dei sistemi teorici della scienza, designando un ambito in cui essi hanno un certo valore descrittivo. Si tratta di un'oggettività concettualizzabile come la compatibilità tra l'oggetto definito dalle categorie di riferimento dei modelli e l'aspetto del reale a cui essi risultano applicabili: un valore oggettivo che viene determinato alla realtà rispetto all'estensione e resta indeterminato per quanto concerne la qualità del rapporto sussistente tra l'oggetto descritto dalla scienza e la realtà" (pag. 76).
Il concetto di pertinenza euristica va approfondito e forse connesso sia con quello di azione, sia di simulazione incorporata, così come proposti nel capitolo 6. Va anche approfondito il concetto di dimensione che assegna al termine costruzione nella conoscenza un significato diverso a seconda dell'oggetto indagato e pone una relazione che a seconda della dimensione si gioca in modo diverso tra scoperta e invenzione.



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