Il progetto DEPIT


Il progetto DEPIT ha come finalità supportare e reificare la progettazione che viene reificata con un GO visualizzabile in classe e condivisibile con gli studenti. La progettazione è pensata su tre livelli, macro, meso e micro, ciascuno visualizzato con una struttura grafica conenssa alle altre con link. Diviene così possibile passare dal livello micro al macro e viceversa. Contemporaneamente la leggerezza dei legami tipologici garantisce l’autonomia di ogni livello e la presenza di logiche diverse.
L’idea teorica alla base del progetto è il modello del Conversational Framework (Laurillard, 2012) basato sui cicli comunicativi e pratici tra docente e studente. Nel progetto DEPIT  l’interazione è anche con un altro polo, non umano: il GO. Nella triangolazione lo studente coglie  la traiettoria dei suoi apprendimenti e diviene consapevole della direzione del processo stesso, il docente dialoga con il percorso progettato e lo modifica ina zione, l’artefatto ingloba i materiali e ri-organizza il percorso in funzione di come si è evoluta la costruzione di conoscenze. La struttura finale, situata e locale, sussume non solo l’idea progettuale iniziale ma anche l’interazione e dei tre attori chi è il soggetto, chi l’oggetto, chi il mediatore. La differenza potrebbe reificarsi solo in funzione dell’osservatore e a turno ciascuno dei tre poli potrebbe esser l’attore.
DEPIT reifica anche l’interazione tra un layout topologico e i frammenti. Nella scuola di un tempo la struttura era talmente stabile e routinaria (Dewey, ) che era un habitus quasi trasparente per gli attori. La complessità attuale richiede una maggiore attenzione al layout sia perché assume organizzazioni proteiformi, sia perché le relazioni che esso supporta sono fondanti per connettere e dare senso a una frammentarietà di contenuti gestiti nell’interazione didattica.

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