Micro e macro in Merleau-Ponty

Mentre attraverso Place de la Concorde e mi credo preso per intero da Parigi, posso fissare gli occhi su una pietra del muro delle Tuileries: allora la Concorde scompare e non c’è più che questa pietra senza storia; posso ancora perdere il mio sguardo in questa superficie granosa e giallastra e la pietra stessa scompare, resta solo un gioco di luce su una pietra indefinita. La mia percezione totale non è fatta di queste percezioni analitiche, ma può sempre dissolversi in esse e il corpo che attraverso i miei habitus assicura il mio inserimento nel mondo umano, non lo fa appunto se non proiettandomi anzitutto in un mondo naturale che traspare sempre sotto l’altro, come la tela sotto il quadro e gli dà un aspetto di fragilità. (Merleau-Ponty, 383)

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