Ricerca di Maton su studenti cinesi

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L’analisi dei due autori prende il via da una ricerca effettuata su studenti cinesi che studiavano in Australia e si basa su interviste a docenti e studenti. Gli autori si interrogano sui percorsi degli studenti che si collocano nel quadrante inferiore sinistro (relativism). Dalle interviste ai docenti emerge quanto essi puntassero sul contributo degli studenti e sul confronto, ma anche la loro delusione. Gli studenti intervistati, quando parlano del loro approccio, descrivono modalità operative non allineate con le proposte dei docenti: non frequentavano le attività collaborative e preparavano i compiti come se fossero saggi tradizionali; cercavano di soddisfare le richieste producendo collegamenti superficiali tra la conoscenza del contenuto e le loro esperienze; consideravano la conoscenza educativa acquisita precedentemente come se rappresentasse l'esperienza personale; scrivevano saggi che 'combinassero e sintetizzassero' presunte esperienze personali da esempi trovati nelle letture e non in base ai loro vissuti (Rita, intervista 3) (ivi, 51).

I due ricercatori analizzano la distanza tra le aspettative dei docenti e i comportamenti degli studenti come risulta dai riquadri relativi a ER- e SR- delle Tabelle 1 e 2. La sintesi a cui giungono è che gli studenti non avevano compreso le “regole del gioco”. Le strategie adottate dai docenti, sostengono, non erano state esplicitate, né era stato analizzato se il dispositivo proposto fosse adeguato alle aspettative e alle abilità degli studenti. Di fronte alla non legittimazione delle relazioni sociali, gli studenti hanno puntato sul codice della conoscenza e hanno continuato a credere nelle relazioni epistemiche, anche se i materiali predisposti dai docenti prevedessero un uso differente. Da qui nascono la sensazione del docente che gli studenti affrontassero superficialmente gli studi e la sensazione degli studenti di essere lasciati soli nel processo senza la guida del docente. Hanno affermato che l’insegnamento mancasse di un piano e di una struttura di supporto. Il giudizio sulla valutazione è simmetrico a quello sul percorso: vi era una condivisa critica sulla genericità dei criteri di valutazione.

La seguente risposta è tipica di molti degli studenti che appartengono a questa categoria: mi sembra che nei corsi online gli insegnanti non insegnino. Pongono un sacco di domande da discutere. Cosa ci insegnano? Non ci insegnano niente. Ci chiedono di pensare, ma cosa succede se non riesco a pensare a niente? Posso stare lì a pensare tutto il giorno e la notte, senza dormire affatto, ma non riesco comunque a pensare a niente. Quindi non credo che mi stiano insegnando. (Vivian, intervista 3)

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