Alcune analisi dei video degli studenti

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Riportiamo alcuni esempi delle narrazioni degli studenti:

All’inizio del minutaggio che ci è stato assegnato, la maestra riprende l’attenzione degli alunni alzando il tono della voce, per poi dare la parola alla bambina Gemma. Quest’ultima continua a giocare con le matite che ha tra le mani, per questo la maestra le leva una di esse e inizia a indicare alla LIM le singole parole per facilitarne la lettura. Nonostante questo, vedendo che la bambina non prosegue nella lettura, si avvicina a lei, modifica il tono della voce per tranquillizzarla e chiede agli altri bambini di non intervenire e di lasciarle più tempo. Data la difficoltà di lettura della maggioranza dei bambini, spesso qualcuno suggerisce all’altro, ma alcuni bambini, non ritenendo corretto che si suggerisca, lo fanno notare alla maestra. Quest’ultima però spiega loro che, a volte, non c’è nulla di male nel farsi dare una mano dal compagno, per questo i bambini cambiano idea al riguardo (Gruppo 58).

 

Nel frammento 10.21-12.50 la maestra sta continuando la sua attività di lettura connessa all’esperienza letta in precedenza. Dopo un momento di distrazione della classe dovuto al fatto che la maestra era impegnata al computer per sistemare i materiali in uso, si riporta l’ordine in aula chiamando James per la lettura. La classe è più o meno attenta, tranne alcuni bambini che si girano, alzano o ai quali cade del materiale raccolto però in un secondo momento. Inizialmente James esita un po’ e ciò spinge altri a chiedere se possono leggere al suo posto, ma la maestra riporta il silenzio e risponde loro che è giusto attendere gli altri. Dopo la lettura si proietta sulla LIM l’oggetto della frase, ovvero il buio, un’immagine molto scura che desta l’attenzione e l’interessamento dei bambini. Poi è il turno di Federico aiutato nella lettura dalla maestra, senza fretta e i bambini si entusiasmano molto per le immagini dei lupi mostrate e viene lasciato libero sfogo ai loro commenti, permettendo un momento di abbassamento dell’attenzione generale. Alzando lievemente il tono della voce, ponendo una domanda retorica “vado avanti?”, con l’utilizzo dell’espressione “vediamo” ripetuta due volte a un tono medio-alto, l’insegnante riporta il silenzio. La frase successiva ("Dei leoni") è letta bene da tutta la classe e i bambini sono di nuovo entusiasti delle immagini tanto da simulare il verso del leone, gridando nuovamente. Chiama poi Gemma, che si mostra un po' a disagio, con cui si ha un po' più di difficoltà: la bambina mentre tenta di leggere gioca con due matite e non riesce a svolgere da subito il suo compito. Allora la maestra prende una delle sue matite con cui torna alla lavagna e le indica a mano mano i pezzi da leggere guidandola lei stessa nella lettura per riuscire a farle leggere pezzo per pezzo l'intera frase. La bambina continua a giocare con la matita, che le cade anche a terra, non mostrandosi ancora troppo a suo agio, con il coro sotto dei compagni che leggono e altri che alzano la mano per rispondere. Si ha quindi un momento di distrazione generale, causato dalla poca scioltezza della bambina. La maestra allora interviene dicendo di far lavorare la bambina, le si mette a fianco dicendo agli altri che necessita solamente di un po' più di tempo. La bambina infatti si tranquillizza un po' , inizia a leggere e la maestra si complimenta anche con lei (Gruppo, 41).

 

Dal minuto 11:52: viene mostrata la LIM con una frase (“la mamma preoccupata chiama nonno Alberto e nonna Lia a fargli compagnia”) e un disegno, e la maestra invita una bambina (Gemma) a leggerla. In questo momento l’insegnante si trova in una posizione d’ascolto e il suo sguardo si sposta tra la LIM e la bambina. Gemma inizia a leggere da sola e nel frattempo “giocherella” con alcune matite; al minuto 12:20 la maestra nota che la bambina si trova in difficoltà perciò le si avvicina e le toglie dalle mani l’oggetto di distrazione. La docente poi utilizza quella matita per indicare la LIM e aiutare l’alunna a leggere, nel frattempo la bambina si piega a raccogliere un’altra matita perdendo la concentrazione per un paio di secondi (la maestra non le mette fretta, ma la lascia fare). Contemporaneamente gli altri alunni suggeriscono la frase alla bambina. Al minuto 12:40 la maestra li riprende dicendo “lasciate lavorare Gemma” e nel frattempo si avvicina alla bambina e si appoggia ad un armadietto accanto a lei. Gemma continua a leggere e la maestra la elogia (“brava!”). Al minuto 12:51 la docente si alza per richiamare l’attenzione della classe e suggerisce una parola perché difficile da leggere per i bambini (“chiama”); poi aspetta in silenzio che gli alunni interagiscano con lei nella lettura. Al minuto 13:07 l’insegnante chiede alla classe se qualcuno vuole leggere e i bambini si offrono gridando “io” oppure alzando la mano. Sceglie la bambina al primo banco indicandole il punto in cui si erano interrotti (gruppo 25).

 

Al minuto 8.10 l’insegnante chiede ai componenti della classe chi vuole provare a leggere, attirando l’interesse di questi ultimi. I bambini si propongono con entusiasmo e tra questi la maestra interpella una studentessa. Dal minuto 8.27, l’insegnante, vedendo in difficoltà la bambina, la aiuta a pronunciare la prima parola. In questo momento, nonostante i bambini assumano diverse posture, il livello di attenzione è alto, tranne per due studentesse. Infatti, nel momento in cui l’insegnante chiede alla bambina la correttezza di quanto letto, la classe risponde prontamente sovrapponendosi alla loro compagna. Al minuto 8.36 l’insegnante richiama al silenzio e ripristina l’ordine in classe, offrendo all’alunna la possibilità di autocorreggersi. Al minuto 8.47, tuttavia, riscontriamo un momento di distrazione che provoca un abbassamento dell’attenzione. Dal minuto 9.00 il livello di concentrazione ritorna alto grazie all’intervento dell’insegnante, che rivolge alcune domande di conferma agli alunni (Gruppo3).

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