Commenti degli studenti relativi alla simulazione dei dialoghi

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Nell’A.A. 20-21 [TEM2021] agli studenti è stato richiesto di progettare la sessione e di costruire la fase narrativa esplicitando il dialogo previsto tra docente e studenti.

Nel predisporre il progetto la maggiore difficoltà che ho trovato è stata quella di non avere un riscontro, anche solo pensando a simulazioni dell'azione didattica, con una classe concreta, questo mi ha portato a essere più insicura sull'efficacia delle attività pensate. Inoltre, non è stato facile considerare il lavoro finito, ero continuamente tentata di apportare cambiamenti (Alice).

Gli studenti hanno ammesso che non è stato facile prevedere tali dialoghi, ma hanno anche esplicitato che l’immaginare le possibili domande e risposte degli alunni ha messo in luce le difficoltà, ma anche la necessità, di immedesimarsi nel pensiero degli alunni.

Spesso l’interrogativo che mi sono posta durante le progettazioni riguarda se stessi sottostimando i bambini, e se dunque le mie proposte fossero banali, oppure se le attività hanno un ritmo troppo sostenuto e non rispettoso dei ritmi biologici di coloro a cui sono rivolte. Sono fiduciosa che l’esperienza diretta potrà dirimere questi dubbi (Rossella).

 

Ho trovato difficoltà a immaginare le conoscenze dei bambini, i loro mondi, le loro possibili risposte alle mie attività, forse a causa della mia scarsa esperienza pratica (Federica).

La prima difficoltà è stata quella di immaginare le conoscenze e i possibili pensieri dei bambini, i loro mondi e le loro possibili capacità (Martina).

Si è suggerito di provare a contattare bambini della stessa età a cui era rivolta la sessione per capire cosa pensassero sul tema proposto, quali idee ingenue avessero, cosa potessero rispondere a specifiche domande. Gli studenti si sono attivati e hanno posto domande a piccoli di loro conoscenza.

Ho cercato di recuperare con i miei nipoti la parte di esperienza pratica mancante. I miei due bambini hanno avuto lo stesso conflitto, con loro ho lavorato con le modalità esposte e insieme siamo riusciti ad affrontare e superare conflitto (Eleonora).

L’attenzione a quello che pensano i bambini e la difficoltà di immaginare le loro idee sottolinea la corretta prospettiva in cui si muovevano gli studenti. La loro attenzione era rivolta alle idee dei bambini, al conflitto cognitivo. Alcuni hanno anche, comunque, espresso perplessità sulla consegna.

Purtroppo faccio parte di quella porzione di studentesse che ancora non è entrata a far parte del mondo della scuola e il fatto di dover inventare ipotetiche risposte da parte dei bambini, di dover ipotizzare le loro maggiori perplessità e curiosità ha fatto sì che il tutto risultasse fittizio e astratto (Eleonora).

Si è discusso a lungo con le studentesse in relazione al problema sotteso all’ultimo commento. Si è precisato che sicuramente la pratica e, nel breve periodo, il tirocinio avrebbero permesso di ampliare il bagaglio esperienziale, ma che comunque ogni docente nel progettare non può che simulare quanto accadrà e deve abituarsi a tale processo: la progettazione è azione simulata.

Si inseriscono nel blog[1] alcune progettazioni di studentesse del terzo anno e quindi con una iniziale conoscenza delle dinamiche della classe.



[1] https://progettazionecomeazione.blogspot.com/2021/03/problemi-nel-progettare.html

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