Commenti degli studenti sul cubo
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L'artefatto proposto per la formazione, sia iniziale, sia in servizio, degli insegnanti (il Cubo) non è proponibile o, meglio, non è sostenibile nella quotidianità, per la quale sono destinati i processi descritti nel prossimo capitolo. La sua finalità è quella di esplicitare i processi messi in atto, cogliere la complessità e i molti fili che vanno annodati, comprendere i processi ricorsivi attivati. L’idea sottesa è che un tale percorso permetta di incorporare i processi sottesi per poi effettuarli in modo quasi automatico nella progettazione quotidiana. Quali sono i processi sottesi? Prendere in carico molti fattori, cogliere le relazioni tra gli stessi, prevedere lo sviluppo dell’azione, analizzare il processo decisionale.
Prima di chiudere
il capitolo ci sembra utile riportare alcune affermazioni degli studenti
espresse in un questionario effettuato dopo aver concluso la progettazione
perché ci permettono di comprendere quali modalità di pensiero e di riflessione
la procedura proposta abbia avviato.
La domanda a cui le
studentesse dovevano rispondere era quale difficoltà avessero trovato nella
predisposizione del box e della tabella. Riportiamo alcune risposte sui temi
più ricorrenti. Molte hanno sottolineato la ricorsività del processo attuato.
La difficoltà che ho
trovato riguarda il continuare il progetto nonostante non fossi sicura che ciò
che stavo facendo fosse corretto. I box sono stati l’aspetto dove ho riformulato maggiormente la mia idea
iniziale (Silvia).
Dopo aver deciso di
proporre come argomento della lezione il testo narrativo-fantastico e in
particolare la leggenda, mi sono resa conto di non avere le idee chiare, ho dovuto più volte
rivedere e ripensare le attività e il percorso, mettendomi nei panni dei
bambini. È stato complicato strutturare la sessione e darle una forma organica,
ma in parte il bello è anche questo: ogni
volta che apporti delle modifiche o cambi un singolo aspetto, devi poi
necessariamente rivedere i box, cercando di creare una rete coerente e coesa. Sicuramente il tempo a
disposizione è stato limitato, ma sufficiente per risolvere le incertezze in
merito al conflitto e al nucleo fondante che avevo pensato. Se questi due
elementi del progetto non sono centrati, è difficile dare un senso e una coerenza
all’intera sessione (Paola).
Altri nodi presenti
e ricorrenti sono la focalizzazione sul bambino e il riferimento al conflitto e
al nucleo, come ricordano le risposte seguenti che sottolineano l’importanza di
ricercare la coerenza.
La difficoltà
maggiore è cercare di mantenere una
coerenza interna per tutta l'attività e non perdere mai di vista il
conflitto cognitivo; altra difficoltà è stata quella di progettare la rubrica (Marilena).
Mi sono trovata in
difficoltà nel pensare, creare e progettare delle attività che potessero essere coerenti con il conflitto
individuato, con l’età degli alunni a cui mi riferivo e con i vincoli
temporali (Carolina).
Ho incontrata la prima
difficoltà nella primissima fase di organizzazione del mio progetto: era
necessario scegliere il giusto argomento, raccogliere le tante idee,
organizzarle con ordine per poi realizzarle. Superata questa fase, cercare di mantenere
sempre alto il livello di coerenza
(interna ed esterna) durante tutta la stesura del progetto è stata per me una
delle più grandi difficoltà. Mi domandavo continuamente se mi stessi muovendo
verso la direzione giusta, se le attività pensate fossero davvero adatte a risolvere il conflitto e a
raggiungere gli obiettivi prestabiliti. È stato molto complesso, poi, formulare
la finalità sulla quale, nonostante sia giunta ormai al termine del progetto,
nutro ancora dei dubbi (Lucia).
Per quanto mi
riguarda, una volta scelto il tema, la difficoltà più grande che ho riscontrato
nell’elaborare questo progetto è stata quella della coerenza; riuscire a sviluppare un progetto che sia coerente in
tutte le sue fasi, dall’inizio alla fine. Ho avuto maggiori difficoltà non tanto nel
progettare un percorso che rispetti la coerenza esterna, quanto quella interna
perché bisogna creare un filo rosso che leghi il conflitto cognitivo, gli
obiettivi e le attività in grado di superare tale conflitto (Tiziana).
La maggiore difficoltà
riscontrata nel progetto è stata quella di cercare di garantire una coerenza in tutto il progetto. Inoltre
un'altra difficoltà è stata quella di lavorare individualmente e non potermi
confrontare con altri studenti poiché i progetti precedenti sono stati svolti
in gruppo. Un'altra difficoltà deriva dal fatto di non essermi potuta
confrontare con una realtà diretta all'interna della scuola primaria (Chiara).
La ricerca della
coerenza è connessa alla sfida principale che la progettazione in una realtà
complessa propone: orientarsi focalizzando l’attenzione sulle relazioni che man
mano si costruiscono senza la possibilità di avere una procedura rigida da
seguire. Non a caso la coerenza è stata evidenziata come criterio per la
validazione del processo e come indicatore per la resilienza. La scelta del
cubo va in tale direzione.
Questo progetto è
stata una sfida per me, mi ha portato a ragionare
in modo sistematico, prendendo in considerazione l'intero sistema e le
relazioni che vi sono tra la prospettiva interna ed esterna. Le difficoltà che ho
incontrato sono state molteplici, come la scelta del tema e il senso del
progetto, e solo confrontandomi nei ricevimenti e con i colleghi ed elaborando
il progetto ho compreso quanto quest'ultimo sia importante per la
strutturazione dell'intero percorso (Erica).
Predisporre il
progetto è stato un lavoro abbastanza complesso in quanto ho dovuto riflettere
molto su quello che scrivevo. Ho dovuto fare attenzione a collegare bene tutte le parti e a renderle coerenti e continue fra
loro. Ogni
volta che pensavo di aver concluso il lavoro mi venivano in mente nuove idee e
modi per migliorarlo per questo è stato un lavoro anche lungo. La difficoltà
maggiore che ho avuto è stata quella di pensare attività che fossero
significative e generative di conoscenza. Ritengo che questo progetto sia stato
molto sfidante e stimolante (Martina).
Ho avuto difficoltà nel
dover tener presenti molti elementi
contemporaneamente nell'elaborazione del progetto (Eliana).
Nel brano seguente
si sottolinea un pericolo spesso presente nella progettazione: innamorarsi di
un particolare e perdere di vista il sistema.
La maggiore difficoltà
che ho incontrato nella predisporre il progetto è stata sicuramente quella di mantenere il riferimento costante ai
parametri stabiliti durante la progettazione iniziale (obiettivi, finalità,
tempo, nucleo fondante eccetera…). Posso dire, però, che senza quelli avrei
lavorato in maniera superficiale e non guidata, forse troppo vaga e
disorganizzata. Essere coerenti con
quanto scritto nel box interno è risultato un compito molto sfidante poiché a volte pensi a qualche attività
sull’argomento scelto, anche originale, ma poi ti accorgi che non è coerente
con il conflitto cognitivo predisposto, o che magari ricopre l’ambito di un
altro nucleo fondante (Ilaria).
Un nodo problematico
comune a molte risposte è il tempo: come calcolare la durata di un’attività?
Tale problema si connette alla difficoltà di prevedere, che è sicuramente la
sfida principale. Su 146 risposte la stringa “tempo” è presente 138 volte.
Per chiudere riportiamo
alcune risposte che danno il clima generale e riportano l’attenzione su come
molte studentesse hanno vissuto il percorso anche riflettendo sulla loro futura
professionalità docente. Appare in molti interventi l’importanza della
condivisione, del confronto e dell’elaborazione in team.
Ho avuto difficoltà nel
rendermi conto di quali potessero essere le attività migliori per risolvere il
conflitto e come alternarle per rendere la lezione sostenibile. Mi ha aiutata
la stesura della simulazione della lezione con i dialoghi tra docente e classe,
sono riuscita a immedesimarmi pur non avendo molta esperienza sul campo così da
riflettere sul significato di ogni attività che volevo proporre. Un’altra
difficoltà è quella di trasmettere quello che ho in testa tramite la stesura di
un progetto. Sicuramente è stato un compito molto sfidante che ha un grande
valore per la costruzione della mia professionalità docente (Rachele).
La maggiore difficoltà
che ho riscontrato è quella di dover
tener conto dei numerosi concetti esplicitati a lezione (nucleo, senso,
conflitto, ADV ecc.) durante tutta la progettazione.
Considerare questi molteplici elementi e allo stesso tempo prestare attenzione
a progettare una sessione adatta e attenta ai bisogni degli alunni a cui è
rivolta è una delle cose che mi ha impegnata maggiormente. Credo che nella
realtà scolastica sia molto complesso tenere sotto occhio questa pluralità di
concetti durante le nostre progettazioni, ma, nonostante ciò, credo che tutti i
concetti affrontati durante il corso siano di fondamentale importanza per poter
migliorare sempre più la nostra professionalità docente (Tiziana)
Niente può essere
lasciato al caso, ma allo stesso tempo si deve essere aperti ad orizzonti
diversi da quelli immaginati e questa capacità penso si possa affinare grazie a
diverse metodologie, studi didattici nonché tramite l'esperienza e il contatto
diretto con il mondo della scuola (Giada).
Ho avuto difficoltà nel
curare tutte le parti della progettazione e perseguire la coerenza interna ed
esterna perché mi sono sentita completamente immersa nella progettazione. Ho
pensato a molti argomenti ma spesso non riuscivo a mantenere coerenza tra le
varie parti. Mi sono accorta che finora ho lavorato in coppia o in gruppo e il
confronto con le colleghe mi aiutava a mantenere un punto di vista
"esterno". Lavorare da sola ha fatto si che fossi completamente
coinvolta nella progettazione e che avessi difficoltà nell'osservarla
globalmente, con più distacco. Ho sentito la necessità di avere un parere
esterno e ho avvertito l'importanza e il valore del confronto (Simona).
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