Conversational Framework
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Il Conversational Framework (CF) descrive il processo interattivo, analizzando sia i processi costruttivi dell’io, interni al soggetto, sia quelli produttivi, di interazione con l’altro.
Figura 3 - Conversational Framework (Laurillard, 2014, 127)
Il CF (Figura 3) prevede tre sistemi autonomi e interagenti:
il docente, la colonna a sinistra, lo studente, il blocco centrale, la classe,
la colonna di destra. Ogni sistema elabora autonomamente conoscenza, grazie a
propri cicli interni durante i quali genera idee (Generare) e le regola
(Regolare). La dinamica ricorsiva tra il generare e regolare, interna al
soggetto, è attivata dagli input esterni che si producono nei cicli. I tre
sistemi, infatti, interagiscono grazie ai cicli della comunicazione e della
pratica. L’interazione avvia in ciascuno i processi di regolazione. La prospettiva
interazionista prevede pertanto un duplice processo, uno interno ai singoli
soggetti e l’altro tra i soggetti, e coniuga autonomia e relazione.
Il Conversational Framework può essere visto,
pertanto, come l’interazione tra un processo intra-soggettivo, interno al
singolo soggetto, e un processo inter-soggettivo, tra i vari soggetti. Nella
prima tipologia si attivano i processi che Piaget (1981) definisce
equilibramento e Durand e Poizat (2017) individuazione. Nella seconda tipologia
l’altro/l’ambiente perturba il sistema, mette in crisi l’equilibrio
precedentemente raggiunto e rende necessario l’avvio, interno al soggetto, di
una riorganizzazione. I cicli visualizzano i continui rimandi tra docente e
studente, e tra studente e studenti, rimandi fatti da cicli di domande e
risposte, di feedback, di input che propongono sguardi esterni e divergenti da
cui spesso il soggetto trae input per aprire strade non previste.
La relazione tra l’asse verticale interno e l’asse
orizzontale esterno potrebbe essere letta come presenza di un processo
piagetiano di equilibramento, e di uno vygotskijano, di produzione del sé. La
sintesi di Laurillard non considera le due prospettive come opposte, ma le fa
dialogare evidenziando sia l’autonomia di ciascuna, sia la loro sinergia. Ne
deriva il superamento sia dell’approccio oggettivista, sia di quello
soggettivista, verso un approccio che abbiamo definito dialogico e
interazionista.
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