Esempi di sessioni

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Una lezione di storia. La maestra ha percepito che gli studenti  nel loro immaginario credono che Roma sia nata “grande e potente” mentre in realtà inizialmente era un villaggio simile a tanti altri intorno a essa e forse neanche il più potente. Solo una serie casuale di eventi ha determinato lo sviluppo successivo. Nella prima fase la maestra favorisce l’esplicitazione delle idee presenti tra gli studenti e lo trasforma in domanda. Propone poi una serie di attività di ricerca e di indagine svolta su testi e fonti varie per rispondere alla domanda e risolvere il problema. I contenuti coinvolti sono molti, così come i processi, cognitivi e manipolativi, coinvolti. Infine discute insieme alla classe e sistematizza i molti elementi emersi.

Una lezione di italiano. Dopo quattro mesi di DAD al ritorno a scuola nell’ottobre 2020, la maestra ritiene che gli studenti abbiamo fatto minore esperienza dell’ascolto e del confronto tra pari, e che questo abbia prodotto una minore ricchezza elaborativa ed espositiva, soprattutto nei testi scritti. Propone il seguente dispositivo. Nella prima fase proietta un mano sulla LIM e chiede a ogni alunno di pensare a un evento significativo da inserire in ogni dito. Poi la classe sceglie tra le varie proposte e condivide la scelta. Nella seconda fase ogni studente, prima, produce un testo, poi la condivide e discute con un pari. I commenti del collega offrono una nuova prospettiva con cui guardare e migliorare il testo e riflettere sul suo significato e sulla chiarezza dello stesso nella terza fase. In questo caso il debriefing e la messa a punto sono effettuati attraverso il confronto fra pari.

Ancora una lezione di italiano. La difficoltà di fronte alla quale si trova un alunno quando inizia a scrivere un testo è spesso definita come il blocco del foglio bianco. Il conflitto nasce dal vedere la scrittura come una trascrizione di un’idea già presente in mente e non come un processo in cui si costruisce il testo. L’insegnante organizza una serie di lezioni, ognuna delle quali utilizza un diverso dispositivo per avviare il processo della scrittura. In una sessione di lavoro propone una mano in cui scrivere cinque problemi da cui poi avviare la produzione testuale, in una successiva usa un diverso organizzatore grafico, il cuore, per avviare una scrittura sulle emozione. Non fornisce indicazioni di lavoro, ma propone attività, dispositivi che richiedono un impegno attivo dello studente il quale in tal modo esplora la soluzione del problema. Dopo la fase di esplorazione del problema si passa a quella della costruzione del testo.

Nella scuola dell’infanzia da sempre le sessioni lavoro si articolano intorno alle attività. La maestra non spiega quali sono i colori primari e secondari, ma propone un’attività in cui si mischiano i colori e si sperimentano i concetti che alla fine vengono esplicitati e reificati. Così avviene per lavorare sul concetto di classificazione e di raggruppamento. Si inizia da un problema: come ordinare la classe o, ad esempio, su come riordinare i pennarelli. La discussione sul problema iniziale mette in evidenza la necessità di ordinare e di trovare un criterio. Nella fase due si opera per risolvere il problema e nella fase tre si riflette insieme della soluzione adottata e del problema in generale.

Sempre nell’ottobre 2020 una docente della scuola dell’infanzia per elaborare le paure e le ansie dei bambini relativi alla pandemia, ha proposto un dispositivo complesso: prima ha attuato un colloquio clinico in cui si chiedeva agli alunni di esplicitare cosa venisse loro in mente quando pensavano al virus e poi ha proposto di disegnare la sagoma della propria mano per avviarli alla seconda attività di disegno: disegna il virus. Ha poi confrontato gli elaborati e ha proposto un gioco per verificare quale fosse il più forte. L’attività era rivolta nella direzione di esorcizzare le ansie degli alunni.

Sul tema del raggruppamento e della catalogazione si lavora anche in storia. le fonti sono un argomento classico della terza primaria. Una docente ha introdotto l’argomento formulando questa domanda: come era la scuola ai tempi dei vostri nonni? Ha invitato gli studenti a chiedere ai propri nonni, dopo aver verificato che tutti avessero un anziano da contattare, o racconti o materiali che documentassero i giorni passati nei banchi. Sono arrivate in aula pagelle, quaderni, testi, pennini. Anche un fiocco e un grembiale. Si è passati poi a catalogare gli oggetti e i documenti, allegando a ciascuno un’etichetta. In questo caso nella fase uno sono stati raccolti i materiali e ci si chiesto come organizzarli, mentre la fase due i materiali sono stati raccolti, descritti e organizzati come in un museo.

Per analizzare il ruolo del conflitto nell'apprendimento in un corso iniziale di formazione primaria sono state analizzate alcune concettualizzazioni degli studenti relative alle loro idee su insegnamento apprendimento. Questa fase è stata utile per far emergere il problema e per focalizzare l'attenzione gli studenti sul concetto di conflitto e sulla presenza del conflitto. Il passaggio successivo è stato quello di costruire delle attività che permettessero di affrontare una serie di conflitti presenti nelle concettualizzazioni degli alunni della scuola primaria. È stato richiesto di suggerire un dispositivo che permettesse agli alunni di acquisire consapevolezza del problema e successivamente un dispositivo che fornisse gli strumenti per costruire una concettualizzazione diversa. Il dibattito successivo ha permesso da un lato di coglie la differenza tra dispositivi utili per acquisire consapevolezza o per superare, dall'altro sul fatto che in alcuni casi è possibile costruire dispositivi che permettano senza soluzione di continuità di supportare i due processi.


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