Model of Educational Reconstruction

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Nella prima decade del XXI secolo Duit (2007), un ricercatore che opera nel settore delle didattiche delle scienze, propone il Model of Educational Reconstruction (MER), il cui schema è rappresentato nel link. I processi presenti nello schema costruito da Duit prevedono una decostruzione, una “elementarization”, e una ricostruzione, “construction of content structure for instruction”. Anche per Duit, come nella trasposizione didattica, “la struttura del contenuto scientifico per un determinato argomento (come il concetto di energia) non può essere trasferita direttamente nella struttura del contenuto come presente nei testi prodotti dalla ricerca scientifica sull’argomento. Non solo deve essere semplificata, per renderla accessibile agli studenti, ma anche arricchita inserendola in contesti che abbiano senso per i discenti” (ivi, 6). La proposta di Duit si differenzia fortemente dalla trasposizione didattica in quanto il percorso prende linfa da una doppia origine: il sapere disciplinare e il mondo dello studente, ovvero da tutte quelle idee che lo studente ha costruito in base alla sua esperienza nei contesti sia formali, sia non formali e informali.

Duit colloca alla base del suo modello il sapere sapiente, da un lato, e il mondo dello studente, le sue concezioni ingenue, le sue prospettive affettive oltre che cognitive, dall’altro.

Questa concezione si basa su un modello di ricostruzione che sostiene che l’analisi dei contenuti e della disciplina e le esigenze e le capacità di apprendimento degli studenti devono ricevere la stessa attenzione nella progettazione degli insegnanti (Duit, 2007, 3).

I due processi sono alimentati (1) dall’analisi della struttura della disciplina, dalla ricerca sui processi di apprendimento e insegnamento, e (2) da un’indagine delle prospettive affettive, oltre che cognitive, dello studente. “Queste prospettive includono le concezioni pre-didattiche degli studenti e le loro capacità cognitive generali, da un lato, e i loro interessi, concetti di sé e atteggiamenti, dall'altro” (ibidem).

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