Pattern e routine
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Il pattern potrebbe avere delle analogie con le routine, anche se in realtà un confronto tra i due oggetti è complessa. Il pattern nasce in ambito anglofono ed è frutto di un’elaborazione consapevole e di una riflessione e rielaborazione delle proprie e altrui esperienze. La routine, più presente nella ricerca educativa francofona, tiene conto anche di elementi pre-riflessivi e dei comportamenti non del tutto consapevoli e profondamente incarnati presenti nell’agire dei docenti.
Si tratta di
complessi di azioni che tendono a ripetersi come copioni di un teatro
dell’arte. Le routine costituiscono delle regolarità che, pur confermandosi non
di rado come cerimoniali che assicurano la stabilità dell’organizzazione della
classe, possiedono comunque margini di variabilità che consentono adattamenti
agli imprevisti allo scopo di mantenerli in qualche modo sotto controllo come schemi o habitus che semplificano notevolmente il
caleidoscopio delle situazioni didattiche possibili. Oltre all’ingresso e
all’uscita, spesso autentici rituali fissati come automatismi, si pensi alle
interrogazioni e ai compiti in classe – pratiche di valutazione, stereotipate
eppur flessibili – che hanno in comune regole di comportamento che mirano a
razionalizzarle per ragioni di efficienza, ma anche per legittimare la parità
di condizioni tra gli alunni, l’autorità insindacabile dell’insegnante e il
giudizio sui risultati delle prove (Damiano, 2013, 166).
Damiano sottolinea che le routine hanno una valenza
ergonomica, perché forniscono modalità operative automatiche da adottare in
situazione che si ripetono e sotto questo profilo esse sono “una delle risorse
principali dell’insegnamento, una strategia di adattamento intelligente che –
attraverso l’abitualizzazione di alcuni aspetti dell’attività – permette di
“liberare” energie per affrontare lucidamente gli imprevisti” (idem). Ma non
solo: le routine hanno anche una valenza epistemologica in quanto “hanno la
proprietà di comprendere il tempo dentro lo studio delle azioni umane, nel
nostro caso, dell’azione di insegnare. Non il tempo come cornice entro la quale
l’azione si svolge, bensì il tempo come elemento costituente, immanente e
incorporato, dell’azione. La routine è tempo agito: in quando durata e ritmo
interno nella forma del ciclo” (ivi, 167). I pattern hanno tale caratteristica
in comune con le routine, ovvero sono una successione di attività che si ripete
senza grandi modifiche in una famiglia di situazioni e questa capacità di
cogliere l’elemento ricorrente le differenzia dalla semplice descrizione.
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