Primità, la secondità e la terzità

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La primità è la categoria dell’esperienza di un attore così come essa è positivamente, senza riferimenti ad altro. Essa si caratterizza per la rivelazione immediata di sé al mondo. Per esempio, la sensazione di essere bagnati catturata nel suo solo manifestarsi. Questa sensazione sincretica per l’attore non è particolarmente rilevante con il suo ambiente. Per la sua indeterminatezza, la primità si connette al modo potenziale nella misura in cui essa costituisce per l’attore un inizio - legato alle sue esperienze passate - di possibili non ancora attualizzati nell’esperienza presente. La secondità è la categoria dell’esperienza di un attore nel momento in cui un fatto si concretizza. Essa traduce l’esperienza per l’attore in una interazione particolare con il suo mondo. Per esempio, la sensazione di essere bagnati messa in relazione con la pioggia che cade. La secondità si connette al mondo attuale nella misura in cui essa è l’attualizzazione concreta di uno o più possibili per l’attore. Per esempio l’azione di proteggersi dalla pioggia che cade o di pensare che la pioggia sia utile per la vegetazione. La terzità è la categoria dell’esperienza di un attore che dà luogo all’elaborazione di ragionamenti, alla generalizzazione. Essa è il modo in cui si costruisce la conoscenza. Per esempio, l’esperienza-tipo di essere di malumore quando piove, che conferma all’attore la regolarità della sua esperienza nelle situazioni vissute da lui come simili. La terzità permette la tipicalizzazione del suo rapporto con il mondo a partire da esperienze passate e presenti. Essa si connette al modo virtuale nella misura in cui produce e/o modifica le conoscenze dell’attore secondo un modo disconnesso dalla contingenza (Ria & Chalies, 2003, 9-10).

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