Unità in dialogo
[Progettazione come azione simulata]
Nell'interazionismo si crea uno “spazio-noicentrico”, come lo chiama Gallese, “il luogo della costruzione di un mondo significante comune che trasforma gli individui coinvolti”, vincolandone reciprocamente “le espressioni cognitive – le attività di produzione di sé, produzione di significati, produzione di realtà” (Damiano L., 2009, 254).
"È il disegno di una intersoggettività distante da quella estranea e metallica del computazionalismo, ma che non ne costituisce il semplice opposto. Il prospetto delle micro- identità che lungo un segmento temporale si co-trasformano, generando il mondo della loro partecipazione, cambia profondamente i connotati gnoseologici della conoscenza dell'altro. Produce l'immagine di una intellegibilità intersoggettiva che non apre accessi all'alterità, né mediante fredda e neutra rappresentazione per analogia, né mediante un contatto esperienziale nudo e diretto (ivi, 255).
Tiene conto dei contributi della ricerca delle neuroscienze e
dell’enattivismo di Varela. L’inter-soggettività sostanzialmente produce nuove
espressioni cognitive, offerte al sé e all'altro dalle embricazioni dinamiche
rigeneratrici dell'identità. L'intersoggettività mirror, interpretata
con l'unità in dialogo, traduce essenzialmente questo: il fare unità con
l'altro - un'unità interindividuale di costruzione di un mondo. E l'intuizione
dell'euristica dell'auto-organizzonale, ricostituita nella dimensione della
teoria della cognizione intersoggettiva. La conoscenza dialogica non produce
immagini oggettive dell'altro. Genera evoluzioni accoppiate - processi di co-costruzione
che liberano possibilità di interpretazione (ibidem).
Damiano L., 2009, Unità in dialogo, Milano: Mondadori.
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