D1-evaporazione

link a D1 e D2

ANALISI DEI LAVORI-1

In un compito sul conflitto 2 (Il conflitto da superare è che l'acqua in un contenitore posto su una fonte di calore sparisce) si afferma: 
"Dispositivo 1: Per rendere ancora più consapevoli i bambini del conflitto propongo di farli ragionare su ciò che avviene d'estate quando sono al mare. Una volta usciti dall'acqua sono completamente bagnati per cui le mamme li invitano a rimanere al sole per asciugarsi in fretta. In questo caso i bambini saranno consapevoli che l'acqua presente nei loro capelli e nel loro corpo non viene asciugata magicamente, ma è evaporata perchè sono posti sotto una fonte di calore, ovvero, il sole".

Il commento della collega: "Nella precedente tabella di valutazione ho selezionato “corretto ma incompleto “ dovuto ad una imprecisione. Infatti secondo me il D1 della collega è valido perché ritengo opportuno che la docente inviti gli alunni al ragionamento su quanto si verifica durante una giornata estiva al mare in cui i genitori invitano i loro figli bagnati a rimanere al sole per potersi asciugare. Ciò consente ai bambini di confrontare la loro esperienza personale vissuta durante una giornata al mare con quanto la docente ha pronunciato che mette in luce il conflitto e rende i bambini maggiormente consapevoli del loro concetto ingenuo. Credo che il D1 della collega contenga un’imprecisione in quanto lei ha scritto: ” In questo caso i bambini saranno consapevoli che l'acqua presente nei loro capelli e nel loro corpo NON VIENE ASCIUGATA magicamente ma è evaporata perchè sono posti sotto una fonte di calore, ovvero, il sole”; correggerei questa imprecisione con “NON SCOMPARE” riferito all’acqua per riprendere il conflitto".

Non trovo convincente la prima affermazione, nè del tutto il commento. Non vedo il processo di mediazione. Ovvero non capisco perchè i bambini dovrebbero essere consapevoli che l'acqua "non scoppare".
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Commenti

  1. Chiedere ai bambini di pensare all'esperienza vissuta al mare, non li mette in condizione di rendersi conto che ciò che pensano sull'acqua non sia valido, perché continueranno a leggere quell'esperienza con la loro conoscenza non valida, non essendovi nessuna mediazione. Il D1 serve per problematizzare, dunque per far rendere conto i bambini che ciò che pensano non è valido e, nel caso del lavoro della collega, ritengo che questo non possa accadere, poiché i bambini sono "bloccati" nell'immagine dell'esperienza al mare che hanno in mente.

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  2. Secondo me sarebbe più semplice partire da un'esperienza diretta da fare fare ai bambini in merito all'evaporazione e poi farlo ragionare alle analogie con il quotidiano. Per quanto riguarda farli asciugare con l'asciugamano sarebbe da fare pensare loro a come fa poi l'asciugamano steso al sole ad asciugarsi, ma questo solo successivamente ad aver fatto esperienza diretta con l'evaporazione perché così non risolvo il conflitto ne ne prendo consapevolezza. Penso solo che l'acqua sparisca come già pensavo prima, ma dove fa quell'acqua???

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    1. Rispondo a Barbara, ma in parte anche a Marta, a samira (non molto chiara la riflessione). Il problema è che la frase "i bambini saranno consapevoli che l'acqua presente nei loro capelli e nel loro corpo non viene asciugata magicamente, ma è evaporata" non precisa che evaporare non signfica scomparire. Uno potrebbe pensare che il solo "dissolve" l'umido, lo annulla. Anche dire che capiscono che "è evaporata" è valido per chi sa cosa sia evaporazione. ma il punto è proprio quello: comprednere il signficato teorico e pratico di evaporazione. Ovvero che evaporare significa che il liquido si trasforma in vapore e non che scompare.

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  3. Io penso che l'esempio fatto dalla collega sia più che valido, però infatti, il problema è la mediazione. La docente non dovrebbe dare per scontato che con un esempio valido i bambini comprendano quello che vuole dire, perché in questo modo manca il nesso, ovvero un mediatore. Questo mediatore potrebbe essere simbolico, come ad esempio una spiegazione orale da parte della docente, che mette in chiaro che l'acqua che abbiamo sul corpo posto sotto al Sole in spiaggia, così come l'acqua posta sopra una fonte di calore, non scompare, ma evapora.

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  4. Concordo con le prime due colleghe, forse poteva essere usato un video con una pentola in ebollizione, con vapore evidente, facendo notare che più vapore usciva e più l'acqua scendeva. Probabilmente in questo modo ai bambini poteva venire il dubbio che la loro conoscenza non fosse esatta.

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  6. Non sono d'accordo con la prima frase, perché il Dispositihevo 1 serve per rendere consapevoli i bambini del conflitto e non PIU' consapevoli.
    Inoltre, nel primo dispositivo l’alunno deve prendere consapevolezza della non correttezza del suo concetto ingenuo grazie ad un’esperienza proposta dall’insegnante in cui lo studente “tocca con mano” i limiti del proprio concetto.
    Pertanto, non è sufficiente porre una domanda generativa per fargli capire che ciò che pensa non funziona, ma è necessario proporre un'attività grazie alla quale egli possa "scontrarsi" direttamente, concretamente con la realtà.
    La collega ha proposto un colloquio clinico, atto a far emergere il conflitto, e non un dispositivo.
    Si parla, infatti, di un momento di ascolto attivo in cui emergono le concezioni spontanee/misconoscenze, i vissuti, le esperienze pregresse degli alunni, ovvero i concetti che essi hanno elaborato in base alle loro esperienze (pensare a cosa succede quando si esce dall'acqua dopo aver fatto un bagno al mare e ci si mette al sole). E questo corrisponde al colloquio clinico, cioè alla fase 0, la premessa al D1.
    Per far prendere consapevolezza del conflitto, forse farei osservare ai bambini cosa succede quando l'acqua bolle in una pentolino: se copriamo il pentolino con un coperchio di vetro, possiamo vedere che sul sul coperchio si formano delle grosse gocce d'acqua che poi ricadono nel pentolino e il livello dell'acqua non cambia, quindi l'acqua non sparisce.

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  7. Ripensare all'esperienza del bagno al mare non rende i bambini consapevoli che l'acqua evapora, al contrario mi sembra un esempio che potrebbe rafforzare la loro conoscenza errata. Credo che la mediazione debba giungere al ciclo dell'acqua, io proporrei una dimostrazione pratica dell'evaporazione e della condensazione utilizzando un distillatore. Con questo strumento i bambini possono osservare come l'acqua che "sparisce" dal primo contenitore posto su una fonte di calore diviene vapore acqueo e, una volta raffreddato, ridiventa acqua che si deposita nel secondo contenitore.

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  8. Il D1 proposto è errato perché non centra il conflitto. Se il conflitto è che “l'acqua in un contenitore posto su una fonte di calore sparisce”, significa che gli studenti, se hanno questo conflitto, sono già consapevoli che l’acqua si asciuga quando viene esposta ad una fonte di calore. Non è dunque necessario farli rendere conto del fatto che quando si espongono al sole si asciugano dall’acqua del mare poiché questa presa di consapevolezza non solleva la questione della “sparizione” dell’acqua, che è ciò su cui il docente è interessato a lavorare per risolvere il conflitto.

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  9. Credo che il D1 progettato dalla collega abbia l'intenzione di attuare inizialmente la strategia del ponte, ovvero nella proposta del D1 c'è l'intenzione di allineare alcuni concetti del sapere sapiente (l'evaporazione dell'acqua e la sua trasformazione nei vari stati) con un'esperienza reale che i bambini hanno vissuto (andare al mare). Quindi penso che la collega volesse creare questa connessione. Ciò che potrebbe non funzionare, nel D1 così proposto, è la consapevolezza nei bambini di questa connessione tra sapere ed esperienza; probabilmente, come detto, manca il processo di mediazione che permette di esplicitare tale legame e che permette ai bambini di prendere consapevolezza del conflitto. Credo che lo studente abbia bisogno di vedere concretamente che l'acqua, nei suoi cambiamenti di stato, si trasforma e non "scompare", per cui un esperimento in laboratorio (come proposto da Alessia) sarebbe molto utile per scoprire praticamente come l'acqua si trasforma, per esempio, evaporando prima da un contenitore e condensando nuovamente poi in un altro. Per validare comunque l'esempio proposto dalla collega (i bambini al mare), magari si poteva collegare a questo esempio, il concetto del ciclo dell'acqua, parallelamente all'esperimento in laboratorio, e, dunque, si poteva esperire il concetto di evaporazione. "Triangolando" i tre dispositivi, ovvero: il richiamo dell'esperienza reale (andare al mare, bagnarsi e poi asciugarsi al sole), il ciclo dell'acqua (magari con l'utilizzo di video e mediatori iconici) e l'esperienza in laboratorio, lo studente potrebbe essere accompagnato maggiormente a prendere piena consapevolezza del conflitto.

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