DEPIT. Il progetto
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[La struttura di DEPIT] [DEPIT. La valutazione]
Nel 2017 è stato finanziato con fondi europei il progetto DEPIT (DEPIT.EU) in cui erano coinvolti, oltre all’università di Macerata, proponente, l’University College of London la cui equipe era coordinata da Diana Laurillard, l’università di Siviglia, coordinata da Juan de Pablo Pons, l’Università Cattolica del Sacro Cuore coordinata da Pier Cesare Rivoltella, l’ADEE e tre reti di scuole, Crescendo che collegava alcune scuola della provincia di Ascoli, PROPIT, che agiva nella provincia di Pordenone e il Centro del Profesorado Sevilla che raccoglie le scuole della regione dell’Andalusia. Inoltre vi era un pattern tecnologico, Infofactory, con il compito di costruire l’app digitale. Dopo alcuni anni con PROPIT ci eravamo infatti resi conto di alcuni limiti tecnici di VUE: non funzionava con tablet e con IOS e non era condivisibile in rete.
La nuova app, pertanto, a livello tecnico doveva funzionare
con i vari sistemi operativi e sia con computer fissi, sia con tablet.
Inizialmente avevamo posto anche la condizione che operasse con smartphone, ma
le dimensioni dello schermo erano un limite per la visualizzazione del GO.
Altra caratteristica tecnica dell’app era di poter lavorare sia on line, sia
off line, per essere utilizzabile anche nelle scuole in cui la rete non sempre
supporta una connessione stabile. L’obiettivo del progetto era soprattutto
quello di mettere a punto la metodologia didattica e verificare le potenzialità
di una progettazione visibile.
La struttura dell’app reifica molte delle caratteristiche
teoriche evidenziate nei precedenti capitoli e prevede la presenza di comunità
nelle scuole. La struttura è organizzata per scuola nel senso che ogni scuola
ha uno spazio autonomo, anche se poi in una scuola può esserci un solo docente
che realizzi la progettazione con DEPIT. Ogni docente per ogni disciplina
realizza il curricolo, e connesso a esso i moduli e le sessioni. Il docente poi
può scegliere se e quali discipline condividere con i colleghi ai quali può
attribuire i diritti per visualizzare o editare. La possibilità di editare
permette una progettazione condivisa tra docenti della stessa classe che
collaborano o tra il docente curricolare e quello di sostegno. Inoltre è
possibile collegare anche sessioni o moduli appartenenti a discipline diverse
per evidenziare relazioni tra discipline o costruire progetti
transdisciplinari. Infine è possibile condividere GO anche con docenti esterni
all’istituto salvando i pattern ovvero dei pattern da riutilizzare o interi
percorsi.
La struttura disciplinare è in primis condivisibile con la
classe e gli studenti possono anche da casa consultare il percorso e i
materiali. Possono inserire, con la collaborazione del docente, i propri
materiali, permettendo all’artefatto progettuale di divenire reificazione
dell’agire didattico e documentazione.
DEPIT è composto da mappe autonome, la mappa curricolo che
contiene i moduli (Fig. 2), le mappe modulo che contengono le sessioni, le
mappe sessioni (Fig. 3) che contengono le attività.
Nella mappa curricolo cliccando al centro di ogni carta modulo si passa alla
mappa modulo e con la stessa logica dalla mappa modulo cliccando sulla carta
sessione si passa alla relativa mappa sessione con all’interno le attività[2].
Pertanto ogni livello (macro, meso e micro) è contemporaneamente una mappa
autonoma e connessa alle altre.
I moduli nella mappa curricolo, le sessioni nella mappa
modulo e le attività nella mappa sessione sono rappresentati con dei riquadri,
come carte da gioco che contengono il titolo e/o un’immagine. Ogni carta
contiene un bottone cliccando il quale si apre la scheda descrittiva, che
contiene le informazioni utili (Fig. 4). La scheda delle attività può contenere
anche i link ai materiali digitali da utilizzare durante i lavori, i
riferimenti ai materiali cartacei da consultare, ad esempio le pagine del
manuale, e i prodotti realizzati dagli studenti. Le informazioni utili,
visibili anche agli studenti, sono la durata, gli obiettivi, le competenze, la
tipologia delle attività, uno spazio per annotazioni libere. Oltre a questi elementi, visibili
anche agli studenti, il docente può inserire delle osservazioni che solo
lui può leggere. È possibile inoltre
passare dalla modalità visualizzazione, per studenti, sia in classe, sia on
line[1],
alla modalità edit, in cui può operare solo il docente.
[1] Per
approfondire le potenzialità operative e le caratteristiche tecniche si rimanda
al sito web depit.eu
[2] Il numero dei livelli non è rigidamente fissato e si potrebbe costruire una struttura con due soli livelli o con più di tre livelli.
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